lunedì 24 aprile 2023

24 aprile 2023

Ho cominciato la lettura delle prime pagine dei volumi che ho scelto e volevo annotarmi qui ciò che mi ha colpito e cosa penso mi possa essere utile, perché vedo già delle lezioni importanti.
Riguardo al libro di Patricia Watwood, ad esempio, è molto utile per me ciò che dice nel primo capitolo, proprio all'inizio, dove spiega come ci sia una grande differenza tra il pensare di fare qualcosa ed il farlo davvero. E ancora tra il farla una o due volte ed il prenderla come un'abitudine.
Colpevole, vostro onore. Io so di dovermi mettere lì a disegnare, invece di pensarci e basta. Così come so quanto sia importante farlo in maniera costante. Peccato che tenda ad essere molto incostante, invece, e spesso metto come priorità altre cose, soprattutto perché mi sento in colpa nel prediligere un po' di sano me time invece che pensare alle faccende di casa, ai miei genitori, ecc... 
A questo proposito, però, il libro dà dei consigli utili, come il rendere il tutto un rituale, automatico: mettere i materiali che servono già lì pronti in bella vista, in modo che sia più facile sentire la voglia di usarli. Quindi voglio prendere l'abitudine di lasciare il mio sketchbook e le matite già sulla scrivania dove lavoro di solito, oppure metterli nello zaino quando pianifico di disegnare un po' all'aperto. Consiglia anche di pianificare dove si lavorerà e dove si riporranno i suddetti materiali. In questo caso sono a posto in entrambi i casi: per i miei materiali da disegno e da pittura ho un mobile che ho liberato proprio appositamente. Il terzo punto, invece, è più critico: pianificare quando ci si metterà a lavorare. Al momento la mia famiglia non sta passando un bel periodo e i cambi di programma sono all'ordine del giorno. Ma mentirei se dicessi che non ho dei momenti più tranquilli nell'arco della giornata, ad esempio quando mi sveglio. Se riuscissi ad adottare come abitudine l'alzarmi un po' prima, avrei un tempo consistente per disegnare. Quindi queste sono le lezioni trovate in questo libro che mi possono già essere utili. È importante pianificare quando ci si vuole dedicare a qualcosa abitualmente.
Riguardo al secondo libro, quello di Edgar A. Whitney, è molto interessante ciò che dice all'inizio sulla tecnica ad acquarello. Spiega come sia importante enfatizzare le sue qualità, la sua essenza, che sono la trasparenza (permette di ottenere dei colori molto luminosi grazie al fatto che ci sia il bianco della carta sotto) e la spontaneità data dall'uso di un mezzo decisamente spontaneo e sempre un po' imprevedibile come è l'acqua. Insomma bisogna tenere conto del fatto che l'acquarello è molto diverso dai colori ad olio, a tempera, gouache, ecc... E sí, non che non lo sapessi, ma non avevo mai "unito i puntini", per così dire, e pensato che, essendo un mezzo molto diverso, sarà necessario anche muoversi in modo diverso, e sarà necessario tenerne conto anche nella scelta dei soggetti. Non tutti i soggetti possono essere adatti, o perlomeno potrebbero non risultare al loro meglio.
Bene, per ora questo è tutto. Sto procedendo con molta calma, in modo da digerire a poco a poco le informazioni che prendo da questi due volumi. Più tardi ho in mente di leggere anche un po' de "La via dell'artista", fare qualcuno degli esercizi elencati. 

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